I dolci natalizi nel Salento

Dicembre…. le strade del Salento cominciano a riempirsi di profumi che fanno venire l’acquolina in bocca; è l’odore dei dolci caserecci che le nonne stanno preparando nella loro cucina.

Non c’è casa infatti in cui non si cominci dai primi di questo mese a preparare i dolci della tradizione, i quali saranno poi gustati durante le feste, cominciando già dall’ 8 dicembre in occasione della festa dell’ Immacolata

La tradizione dolciaria della nostra terra è ricca e varia: il dolce natalizio per eccellenza è costituito dai porceddrruzzi, piccoli quadratini di pasta dolce fritta e poi conditi con miele, cannella, pinoli, mandorle e arancia candita; sono molto simili agli struffoli campani.

Sono considerati dolci natalizi perché in passato solo in questo periodo nella case della povera gente c’era la possibilità di preparare queste delizie e mangiarle nei giorni di festa, così come le carteddhrate, la cui ricetta per l’impasto è uguale ma la forma che se finale è differente. Le carteddhrate, infatti, sono strisce di pasta fritte e poi intrecciate con cui si vanno a formare delle ghirlande, condite con gli stessi ingredienti usati per i porceddhruzzi.

Una vera leccornia è anche il pesce di pasta di mandorla, la cui forma deriva dalla credenza popolare che il pesce fosse una rappresentazione di Gesù Bambino. L’impasto si realizza con mandorle macinate, uova e zucchero, modellato a forma di pesce e con un ripieno di cioccolato, nocciole o marmellata.

Impossibile infine non citare le ormai famosissime “pittule” in quanto oggi si gustano un po’ in tutti mesi dell’anno; un tempo invece erano il vero simbolo del Natale. Non sono altro che delle palline di pasta lievitata fritte e si possono mangiare sia nella versione salata o come dessert, inzuppate nel miele o nel vincotto.

Tutti questi dolci dimostrano come con degli ingredienti semplici e presenti in qualsiasi dispensa, si possano realizzare delle vere delizie grazie soprattutto alle sapienti mani di donne che si tramandano le ricette da generazione in generazione.

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